Pubblicato su: RMSI, No 6, Novembre-Dicembre 2015
Le nuove minacce richiedono nuove concezioni di sicurezza nazionali,
e tali da richiedere un personale militare che abbia ampliato
la propria visuale prima di ampliare il novero delle proprie vittorie
(Qiao Liang – Wang Xiangsui)
La valutazione della situazione, in particolar modo l’analisi dell’ambiente, è un caposaldo della condotta militare. I comandanti e gli aiuti alla condotta sono confrontati ad una nuova realtà che li obbliga a distanziarsi dagli attuali modelli di analisi e conseguentemente e a adattare le norme esistenti in modo coerente[1].
I potenziali “campi di battaglia” stanno cambiando continuamente, e sono in stretto legame con i fattori geopolitici i modelli di minaccia globali.
Il punto di partenza
Geopolitica: un motivo di preoccupazione
È un dato di fatto, ma il mondo, è in continua trasformazione. L’Europa geopolitica, sta vivendo un risveglio del dualismo fra una Russia più cinica e un Occidente sempre più caotico. L’antagonismo strategico politico, economico e militare ha varcato la soglia di una nuova era.[2] Oggi, il terrorismo è entrato prepotentemente a far parte della geopolitica grazie ad un mirato utilizzo dei social media alimentato da un sedicente Califfato. Adesso viviamo una realtà “liquida” in costante mutamento ed una parte integrale di questo mutamento è sicuramente il terrorismo di matrice jihadista, il quale può coinvolgere il nostro paese con l’intero Occidente. Questa evoluzione geopolitica include, il terrorismo, gli estremismi latenti, forme dello spionaggio moderno e alla proliferazione di armi. Questi fattori costituiscono anche per il nostro paese, un motivo di inquietudine. Dopo la caduta del Muro di Berlino, la sicurezza dei paesi è stata relativamente posta in secondo piano. Per quanto riguarda il nostro Paese, nel nuovo rapporto di sicurezza 2015 è stata ripresa e messa in evidenza in base alla situazione geopolitica attuale. Questa revisione del documento è basata sulla base politico, economico e sociale dello sviluppo del nostro Paese. La conseguenza è che i tempi di preallarme disponibili, finora stabilmente lunghi, sono tendenzialmente sempre più ridotti”.[3]
Terreno: un fattore in transizione
La padronanza e la conoscenza del proprio terreno, è ancora oggi fondamentale nel pensiero militare, questo lo si trova spesso nel libro “L’arte della guerra” dove, Sun Tzu poneva l’accento sulla conoscenza e l’utilizzo di questo. Un’analisi approfondita del terreno, oggi la si può eseguire basandosi sulla diversità delle varie forme di terreno e l’evoluzione di questi ambienti. Con l’aumento della popolazione soprattutto nelle zone urbane e la verticalizzazione di queste, stanno mutando diversi parametri di analisi e di valutazione. Questi parametri non sono solo legati allo sviluppo urbanistico, ma anche allo sviluppo e progresso della società, delle condizioni di vita e delle risorse economiche e politiche. In base a queste analisi è palese porgersi la domanda se non è il caso di rivalutare i vecchi criteri di giudizio per l’analisi. Oltre ai parametri l’evoluzione di chi è impiegato in questi terreni è d’importanza primordiale. La somma, di queste nuove analisi e la conoscenza approfondita tattica e tecnica, di chi opera in questi nuovi ambienti, deve fornire una nuova evoluzione del combattimento in zone edificate.
Minaccia: in linea generale ha un carattere ibrido
Oggi, l’attuale forma della minaccia si identifica in una componente chiamata ibrida: “Jegliche Bedrohung des Landes, bei der gleichzeitig und teilweise im gleichen Raum staatliche und nichtstaatliche Akteure alleine, koordiniert oder unter gemeinsamer Führung Ziele erreichen wollen und dazu reguläre und irreguläre sowie konventionelle und unkonventionelle Einsatzformen und Mittel miteinander verbinden und anwenden”[4]. Adesso, ogni analisi militare dipende da fattori sempre più interconnessi fra loro, dove la distinzione fra “rosso” e “blu” non esiste più. La minaccia ibrida, oggi impone un nuovo approccio a chi è confrontato con un conflitto. Secondo Liang e Xiangsui nel loro libro citano quanto; “le guerre del futuro richiederanno cose che la maggior parte dei soldati non sono preparate a fare: vincere guerre non convenzionali e combattere battaglie fuori dai campi di battaglia”[5]. Con questa citazione, prendiamo atto che la minaccia ibrida è veramente qualche cosa di consolidato nei conflitti moderni. La risoluzione dei conflitti non sono più un appannaggio solo militare, bensì anche di altre forze legate ai sistemi di sicurezza integrato.
La relazione con il “terreno”
Il paesaggio die grattacieli e la popolazione
In base a quanto abbiamo descritto in precedenza sui fattori e le analisi del nuovo sviluppo dell’ambiente, nel nostro territorio questi parametri corrispondono alla verticalizzazione e allo sviluppo delle aree urbane sul nostro territorio. Il controllo di una città come per esempio Ginevra, Losanna, Berna, Basilea, Lucerna, Zurigo e San Gallo, non è più identico al periodo della Guerra Fredda, ma deve essere permanentemente adattato alle nuove forme della minaccia ibrida e della continua mutazione delle nostre zone urbane. Fattori come la globalizzazione, la tecnologia, lo sviluppo della popolazione sono fattori “liquidi” i quali influenzano gli elementi d’analisi militari e civili.
Il fattore militare
Le future unità territoriali, devono prendere atto che lo sforzo principale dovrà essere effettuato principalmente nelle zone urbane. Visto e considerato che i centri di gravità per le operazioni militari saranno principalmente le zone urbane, sarà necessario lo sviluppo di strumenti di analisi corrispondenti a questa realtà. In conclusione le seguenti citazioni rendono chiara quale è il prossimo passo verso i futuri impieghi e metodi operativi nelle zone urbane:
Militarmente dobbiamo pensare così: “To ignore megacieties is to ignore the future”[6]. Per la nostra sicurezza, dobbiamo prendere atto di questa riflessione: “Ein Gegner kann seine strategischen Ziele auch durch eine Beeinfträchtigung der für das Funktionieren der staatlichen Führung, der wirtschaftlichen Abläufe und des gesellschaftlichen Lebens zentralen kritischen Infrastrukturen erreichen. […] ein solcher Angriff rchtet sich […] primär gegen die Integrität des Staatsgebietes, sondern direkt gegen das ordentliche Funktionieren des Landes und seiner Institutionen bis hin zur Unterminierung der staatlichen Souvränität und des gesellschaftlichen Zusammenhalts”[7].
Per questo motivo, l’ottica di un terreno classico a un terreno urbanizzato moderno necessità una nuova prospettiva e un’analisi più specifica.
La descrizione del terreno che citava Sun Tsu con la enunciazione dettagliata dei vari ambienti è oggi identica, ma con ambienti urbanizzati e moderni. Capire il DNA dei centri urbani, ci permette di identificare meglio i fattori di minaccia per i quali potremmo essere confrontati. Questi fattori li possiamo trovare sotto diverse forme, minaccia classica, minaccia religiosa, dispute ideologiche, ristrettezze economiche, conflitti di potere, catastrofi naturali o causate dall’uomo, o dalla semplice implosione di una società.
Le grandi agglomerazioni
Il nostro territorio, oltre le città menzionate, forma una densità di popolazione elevata, il quale non è solo composto dalla città stesa, ma bensì anche dalla sua agglomerazione[8] ossia; Zurigo (1.28 mio abitanti), Basilea (823 000), Ginevra (819 000) Losanna e Berna. Basilea e Ginevra hanno un’agglomerazione molto particolare; “la Svizzera presenta una struttura urbana di grande diversità, comprendente anche elementi delle grandi agglomerazioni di richiamo internazionale, come pure agglomerazioni più piccole di dimensione regionale”[9]. Le particolarità economiche e sociali nelle cinque agglomerazioni principali consistono in un’elevata percentuale di popolazione che lavora (79%) e vive (73%)[10], la quale dovrà in futuro dare chiare risposte specificatamente al grado di resilienza[11] e di anti fragilità (pensare fuori dalla scatola)[12]. Per giungere a queste risposte di resilienza e di anti-fragilità, è importante studiare il suo passato, capire il suo presente e pianificare il suo futuro. Quindi, si tratta di definire il DNA, cioè la peculiarità e le caratteristiche corrispondenti ad ogni città rispettivamente agglomerazione. Una volta definito, con l’aiuto di audit, si tratterà poi di sviluppare degli scenari per il futuro. Questi scenari saranno la base di sviluppo delle conseguenze per i vari ambiti di intervento nei vari conflitti.
Ci limiteremo a prendere in considerazione e esporre una rapida spiegazione di alcuni fattori principali di quanto è stato sopracitato.
Il DNA: un’espressione individuale
Il punto di partenza è la capacità di interpretare l’essenza, il cuore di un’agglomerazione. Per fare questo dobbiamo analizzare i seguenti fattori, che costituiscono il suo gene; popolazione, flusso migratorio, minaccia, territorio, densità, cultura e tempo libero, struttura cittadina (esempio, quartieri, zone).
Urban Audit: resilienza e antifragilità
La prossima fase, necessita un paragone tra le diverse entità. Gli audit preventivamente fissati: demografia, benessere, flussi dei pendolari, ambiente sociale, economia, infrastruttura, mobilit<ä e trasporti, minaccia ibrida, istruzione e educazione, risorse, crescita e aspetti sociali, ambiente, autorità politica, possono cambiare in funzione della situazione, e ci servirano per definire lo stato attuale delle agglomerazioni prese in considerazione. I risultati confluiranno in una matrice (Aree di conflitto: valore aggiunto – comunità – spazio vitale – identità) per ottenere un quadro circostanziale generale della situazione.
Gli scenari: la forza motrice del cambiamento
L’analisi del DNA, i risultati ottenuti dagli audit, ci permettono di sviluppare per il tramite della capacità di resilienza e il fattore di anti-fragilità, più scenari per affrontare i diversi conflitti. Questo processo analitico (DNA, audit, scenari) è il risultato di un lavoro interdisciplinare fra i diversi attori operativi nell’ambito della sicurezza integrata. Sulla base di queste analisi periodiche, esempio quinquiennali, sarà possibile dedurre chiare conseguenze in tutti gli ambiti della sicurezza integrata del nostro Paese.
Formazione territoriale: regionale, ma non locale
Come partner dei Cantoni, la formazione territoriale resta un saldo punto di riferimento. Precedentemente, secondo l’analisi del terreno, la presenza di questa unità è un fattore cruciale, considerando che il suo impiego, sarà principalmente concentrato nelle zone urbane e di agglomerazione. La tipologia del terreno (urbano) e del conflitto, determineranno la formazione da impiegare per far fronte alla situazione.
Per terminare un ruolo della futura formazione territoriale, dovrebbe consistere nell’analisi periodica dei grandi centri, e questo in collaborazione con i diversi attori presenti sul territorio. Si tratterà quindi della capacità di raggiungere degli obiettivi, interagendo ancora più efficacemente e in maniera innovativa di quanto fatto sin ora. L’analisi dei tre elementi citati (DNA, audit, scenari) è il fattore che ci permette, in un piccolo paese come il nostro, sempre di più condannato alla verticalizzazione urbana, di anticipare e gestire dei futuri conflitti.
Difesa: in parte da ripensare
In conclusione, ci rendiamo conto che il tema è scottante, perché le analisi dovranno addentrarsi nei diversi aspetti della nostra società. Gli sviluppi degli scenari, daranno sicuramente motivo di critiche trasversali. Questa possibilità si evince anche dal già citato rapporto sul concetto della difesa dove, es werden “primär staatspolitische und rechtliche Überlegungen, die zu Skepsis gegenüber einem neuen, erweiterten Verständnis von Verteidigung [oppure metodo d’intervento n.d.r] führen”[13].
Se vogliamo vincere le sfide del futuro, dobbiamo essere aperti e preparati intellettualmente ai nuovi scenari dello spettro ibrido, ossia pronti a condurre un conflitto che, proprio poiché destinato a influenzare ogni aspetto della vita della nostra società, potrebbe essere affrontato in ambito non dominato dal pensiero classico militare: “Perciò i militari moderni, per essere in grado di superare il proprio modo di pensare, devono anche diventare più profondi e precisi nel loro approccio”.[14] Anche se la guerra classica non è più il centro di gravità delle nostre preoccupazioni, e pur sempre da tenere in considerazione. Significa che qualsiasi tipo di focolare (varie forme di minaccia), sono imperative da tenere sotto controllo: “l’uso della forza nei conflitti internazionali, possono incominciare anche dall’interno”[15]. Perché se è vero, che la guerra è il fuoco, è anche vero che per accenderlo, basta una semplice scintilla.
Conclusione
Lo sviluppo continuo dell’ambiente, obbliga i responsabili ad esplorare nuove viee. Questo è chiaro. Con questo articolo si trattava di rendere attento il lettore sulla necessità di mettere in discussione il processo attuale ed eventualmente aprirsi a nuovi metodi o procedure. I futuri mega-trend quali per esempio le metropoli, la demografia, la verticalizzazione, l’addensamento (popolazione), la vulnerabilità, la globalizzazione, la cultura, influenzeranno sempre di più le nostre analisi.
Al centro di questo breve articolo, si trattava di definire l’importanza di fattori quali le zone urbane, comprendere il proprio DNA tramite regolari (urban) audit identificando i punti di forza e i punti deboli per terminare con lo sviluppo di scenari di lavoro. Questi scenari, saranno in seguito la base per l’istruzione degli attori coinvolti, come pure come risposta ad effettive situazioni. Successivamente, si trattava di definire l’importanza della collaborazione in un contesto interdisciplinare (attori differenti). L’ultimo punto consisteva, nel mettere in condizione il lettore, a seguito degli sviluppi visibili della nostra società, di supeare con successo il cambiamento. Non si trattava però di riscoprire la ruota del carro, bensì di adattare i nostri metodi alle mutate condizioni.
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[1] Arnold Michael, lic. phil. II libera traduzione dal tedesco (testo introduttivo).
[2] La sicurezza della Svizzera 2015, p 7.
[3] Svizzera 2015, 8.
[4] Definizione (possibile): condotta tattica 17 / condotta operativa 17 (stato maggio 2015).
[5] Qiao Liang. Wang Xiangsui. Guerra senza limiti. L’arte della guerra simmetrica fra terrorismo e globalizzazione. Libreria Editrice Goriziana. ISBN 88-86928-51-3, S. 25.
[6] Chief of Staff of the Army, Strategic Studies Group. Megacieties and the United States Army. Preparing for a complex and uncertain future. June 2014
[7] Sicherheitsverbund Schweiz. Auslegung des Begriffs Verteidigung. Bericht der Arbeitsgruppe Verteidigung, innere und äussere Sicherheit. Entwurf vom 31.03.2015, S. 4.
[8] Definizione agglomerazioni: vedi Bundesamt für Statistik BFS, Raum mit städtischem Charakter der Schweiz 2012. Eine neue Dimension der Agglomerationen und weiteren städtischen Raumkategorien. S. 8.
[9] Bundesamt für Statistik BFS, Raum mit städtischem Charakter der Schweiz 2012. Eine neue Dimension der Agglomerationen und weiteren städtischen Raumkategorien. S. 3 (libera traduzione dal tedesco).
[10] Bundesamt für Statistik BFS, Raum mit städtischem Charakter der Schweiz 2012. Eine neue Dimension der Agglomerationen und weiteren städtischen Raumkategorien. S. 2.
[11] http://www.sapere.it/sapere/dizionari/neologismi/scienza-e-tecnologia/resilienza.html. Stato 8.6.2015.
[12] http://www.sardarch.it/index.php/2014/smart-cities-vs-resilient-and-anti-fragile-cities/. Stato 8.6.2015.
[13] Sicherheitsverbund Schweiz. Auslegung des Begriffs Verteidigung, S 2.
[14] Qiao Liang. Wang Xiangsui. Guerra senza limiti. L’arte della guerra simmetrica fra terrorismo e globalizzazione. Libreria Editrice Goriziana. ISBN 88-86928-51-3, S. 156.
[15] Sicherheitsverbund Schweiz. Auslegung des Begriffs Verteidigung, S 2.
Ho letto con grande interesse questo Suo articolo sull’urbanizzazione. Come forse Le ho già detto, da 3 mesi sono diventato professore di Italiano, Storia e Geografia: ebbene, il mese scorso ho dedicato un ciclo di lezioni di Geografia proprio ai temi della globalizzazione e dell’urbanizzazione. Le ho inviato in allegato ad una mail il testo di queste lezioni, nella speranza che non Le risultino noiose: per i miei studenti non lo sono state, ma un conto è una lezione orale, ben altro dover leggere un lungo testo scritto. 🙂
Non ho parole … anzi una sola: Grazie! Sono delle belle sorprese. Ieri avevo messo da parte un articolo dal titolo “lo sviluppo verticale di New York” e ora il suo scritto. Bene, bene. Professore? I miei complimenti. Mi devo scusare, ma ultimamente con la pressione (o la compressione) del tempo … la tesi in effetti sta assorbendo molte mie risorse … Penso di essermene dimenticato. Insegnare è bellissimo … ma molto impegnativo (anche io ne so qualche cosa). Posso domandarle a che livello?
Questa settimana, sono riuscito comunque a tuffarmi nell’atmosfera di guerre stellari. Lo adoro. Adoro il genere. È un film che mi accompagna da tanto tempo. Cosa ne pensa? A me è piaciuta la trama, la continuità. È un futuro abbordabile, dove gli effetti speciali sono abbastanza umani. Ma forse sono di parte …
Tornando all’articolo. La versione italiana è stata la base per la pubblicazione del testo in lingua tedesca. La versione tedesca è molto più “corretta”. Ho ricevuto molti complimenti e questo per aver abbordato il tema in un ottica più moderna. Purtroppo sono sicuro che il testo rimarrà solo … una lettera morta. Probabilmente si continuerà a gestire le analisi per il tramite di schemi comprovati, ma passati.
Un grande saluto e alla prossima!
PS: un’ultima cosa … inerente il cinema. Recentemente leggevo dei testi sulla comunicazione. Un passaggio parlava di come Hollywood “pianifichi” i successi cinematografici seguendo uno schema (l’eroe che non vuole essere eroe, ma che poi diventa eroe ….) Interessante. Devo cercarlo e poi ne possiamo parlare.
Saluti.
Insegno alle medie e al liceo. La lezione che Le ho inviato era destinata ovviamente ad un pubblico di liceali: i concetti che ho espresso e il linguaggio che ho scelto sarebbero stati troppo difficili per dei ragazzi delle medie.
Riguardo alla questione dell’eroe, si tratta di un tipo di personaggio in via di estinzione, non tanto ad Hollywood quanto nel cinema europeo. Non a caso l’argomento è stato più volte dibattuto da un grande critico cinematografico italiano, Pino Farinotti. L’ultima volta che ci è tornato sopra è stato nella sua recensione di un film italiano, Suburra: diceva di non averlo apprezzato pienamente proprio perché lì dal punto di vista morale non se ne salvava uno. Più precisamente, le sue parole sono state:
“Da inguaribile passatista continuo a pensare che a una storia serva un eroe, magari disgraziato, un agente corrotto solo al novanta per cento, o un delinquente pentito al dieci per cento, e a credere che, seppure quasi invisibile, ci sia una linea di demarcazione fra buoni e cattivi.”
(fonte: http://www.mymovies.it/film/2015/suburra/news/lezionediastuzia/)
Onestamente anch’io preferisco le storie in cui è possibile rintracciare un personaggio avente anche solo un 10% di bontà; tuttavia, riesco ad apprezzare anche quelle in cui sono tutti brutti, sporchi e cattivi. Questo perché sono cresciuto guardando i film di John Wayne, ma ho anche vissuto (e vivo tuttora) in un’epoca in cui Tarantino spadroneggia, e influenza tutti i suoi figli degeneri.
Attendo che Lei ritrovi l’articolo, e magari lo usi come base per un articolo tutto Suo. Nel frattempo, grazie per il piacevole scambio, e buon anno! 🙂
Il personaggio con 10 %, potrebbe essere Johnny Depp. Il cattivo buono? … Tarantino? … so che prossimamente uscirà l’8(?) film. Ho visto il trailer. Un rebus. Ma mi “intriga”. Buon anno anche a lei.