Ed eccole di nuovo le scaramucce. Il “The wall street journal“, China News riporta al 21 dicembre una notizia nel quale un gruppo di hackers cinesi avrebbe sfondato letteralmente le difese informatiche della camera del commercio per impossessarsi di un’importante quantità di dati. Possiamo dire con quasi certezza che, tale attacco, possa essere stato pianificato ed eseguito da un’organizzazione ben strutturata. Purtroppo è difficile poter identificare con certezza se trattasi veramente di spionaggio fra Stati. Certo che comunque la notizia è allarmante. Inutile chiedere poi ai canali ufficiali; ognuno sia da parte statunitense che da parte cinese si rimpallano la palla. A questo punto dovremmo, prima o poi, soffermarci su una questione etica o di fondo; ovvero la geopolitica del cyberspazio. Fino a dove ci si può spingere? Fino a dove tali azioni che si intrecciano nel campo variegato della globalizzazione non devono essere classificati come un atto di guerra?