Growing Military Muscle

Alcune tensioni internazionali al di sotto della soglia bellica, per esempio la questione palestinese sono regolarmente al centro dell’attenzione mediatica internazionale. Mentre altre si trovano nel limbo oscuro. Ci riferiamo alla faccenda fra la Cina e la Repubblica di Taiwan. Nel suo articolo dell’8 di ottobre 2007 Wendell Minnick in Defense News, riferiva della trasformazione e dell’acquisizione di nuovi sistemi d’arma mobili per la repubblica cinese. Al termine dell’articolo si evinceva ad un possibile T-Day, ovvero l’invasione di Taiwan. Ma per fare questo l’articolista spiegava la necessità per le forze cinesi di dotarsi di adeguati mezzi anfibi e di una perfetta sincronizzazione nell’electronic warfare fra tutte diverse armi; ossia navale, aerea e terrestre. Difettando per il momento della quantità e qualità necessaria ad un possibile T-day, al momento non sussiste un pericolo particolare. Con lo sviluppo della tecnologia necessaria per esempio missilistica (per essere usata contro le portaerei statunitensi) oppure di sistemi d’arma per la distruzione di satelliti (occhi e orecchi statunitensi) l’articolista porta a pensare ad anche un possibile confronto per annientare la protezione americana a favore di Taiwan. Quasi a dimostrare questa tesi sempre il 10 di ottobre Taiwan presentava nuovi missili in una parata militare, la prima dal 1991 (L’articolo è sempre redatto da Wendell Minnick: “Taiwan Shows 2 New Missiles at Ten-Ten Parade”). Questi nuovi missili entreranno in produzione nei prossime due anni. Secondo le autorità Taiwanensi il rapido sviluppo militare cinese, non è più ormai un problema locale, bensì un problema globale. In un momento dove lo scacchiere asiatico è già denso di problemi; la situazione Irachena, l’Afganistan, le tensioni con l’Iran e la controversia fra le due Coree (anche se ci sono buoni segni di distensione), un peggioramento delle relazioni cino-taiwanensi potrebbe acutizzarsi maggiormente a vantaggio della Cina.. Indipendentemente da quale parte ci vogliamo schierare, un eventuale conflitto potrebbe estendersi al di fuori dei due “belligeranti”. La corsa al tipo di armamenti cinesi, come pure il supporto Statunitense, anche se si è fatto più cauto negli ultimi periodi, confermerà o meno i timori di un conflitto perora relegato nei limbi della sufficienza.

Nell’edizione di martedì 16 ottobre 2007, la Neue Zürcher Zeitung, affronta le relazioni cino-taiwanensi sotto l’aspetto politico. L’economia cinese a gonfie vele e questo a tutto favore dell’establishment politico. Alla consueta scenografia (vedi foto) e ai progressi raggiunti, il presidente Hu Jintao affronta anche la questione di Taiwan. Si cerca la discussione, la collaborazione per una soluzione, univoqua, al congiungimento di Taiwan allo stato Cinese. Però al termine ribadisce che l’obiettivo finale resta e resterà il congiungimento dell’isola con la Cina. Viene dunque da chiedersi fino a quando la famosa asserzione di Karl v. Clausewitz, ossia “la guerra è la continuazione della politica, con altri mezzi” non diventi una realtà.

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