After Action Review (AAR)

Nell’edizione del primo di ottobre, la Neue Zürcher Zeitung a pagina 9 si chiedeva se le imprese potessero imparare dall’esercito americano? Il titolo, probabilmente farà arruffare qualche naso. L’articolo redatto da Dietrich von der Oelsnitz e Michael W. Busch (Univ.-Prof Dr. e il secondo Dr. rer.pol.) snocciolava e analizzava il concetto di Action After Review (AAR) in auge nell’esercito americano proponendolo al settore civile.

Il concetto americano non mi è nuovo, poiché ho potuto apprenderlo e utilizzarlo una prima volta durante il mio stage presso la US Army, Ft Lee, Virgina USA nell’anno 2003. In seguito questa forma di discussione è apparsa anche nel vocabolario dell’esercito svizzero. Di seguito però ci concentreremo sui possibili benefici per il settore militare elvetico. Come vedremo ci aspetterà un percorso irto di ostacoli.

Infatti, nel nostro esercito non esiste la cultura della critica. Non parliamo però di una critica distruttiva, bensì di una critica costruttiva. Non siamo abituati. È indubbio che la disciplina e l’esecuzione degli ordini deve essere veloce, repentina e senza discussioni. Questo è un fatto. Il successo dipende anche da questi fattori. Dopo, però, è importante come capo ma anche come soldato mettersi permanente in discussione. Rivedere come si è agito, come si è condotto, mettere sotto la lente, le proprie azioni in funzione della missione o degli obiettivi da raggiungere. Parliamo ora dell’After Action Review. L’AAR è un metodo di apprendimento di miglioramento aperto ma sopratutto al di sopra, del livello gerarchico. La condotta di questa sessione può essere guidata da qualsiasi capo di qualsiasi livello gerarchico. Il suo compito sarà di condurre la discussione, dando spazio a tutti. Non si tratta però di discutere quello che gli altri hanno fatto o non fatto, bensì si tratta di identificare quelle azioni che chi si esprime ha fatto, oppure che non ha fatto. Come ben descritto nell’articolo della NZZ, l’AAR dunque non si prefigge lo scopo, di portare critiche a persone o cose, bensì predilige lo sviluppo di una discussione aperta, senza ricercare colpevoli o cercare scuse. Di seguito s’identificheranno i passi per migliorare le prestazioni personali ma soprattutto, le prestazioni del gruppo. Si tratta in definitiva di fare tesoro delle esperienze in modo concreto.

Gli articolisti riassumono poi brevemente le domande da porsi durante una sessione di AAR:

– Cosa si vuole raggiungere? (Sollzustand)
– Che cosa abbiamo veramente raggiunto? (Istzustand)
– Perché non abbiamo raggiunto (completamente) gli obiettivi? (Analisi dell’azione di ripiego)
– Quali insegnamenti possiamo identificare per migliorarci? (Redazione di un piano d’azione)

Il quarto e ultimo punto del catalogo lo possiamo meglio comprendere utilizzando il concetto di lessons learned.

In conclusione abbiamo visto come lo strumento dell’AAR possa essere un valido aiuto al miglioramento non solo di una formazione, unità o gruppo ma anche comprendente i relativi processi organizzativi e di condotta. Ci rendiamo conto però anche della necessità del cambiamento di cultura – vedi il nostro esercito. Un’AAR non deve e non può essere un mezzo per valutare un collaboratore (e qua ci riferiamo all’elemento professionistico dell’esercito). Ma la sfida più importante ed impervia sarà quella di introdurre l’essenza del concetto dell’AAR quale mezzo della condotta identificando concrete misure di miglioramento. Di seguito poi si tratterà di cambiare la nostra cultura alla critica (data e ricevuta). Ben intesa si intende in un modo costruttivo.

In conclusione l’AAR, non è da contrapporre all’idea che ogni ordine possa essere discusso. Ognuno deve essere in grado di mettersi in gioco, di identificare le proprie forze e i punti di miglioramento. Solo così a conclusione di questo processo, il superiore, il subordinato e la formazione stessa, potranno capitalizzare le esperienze progredendo di conseguenza. Ah, dimenticavamo la questione della possibilità dell’adozione di questo modello anche per il settore civile. Una sola e lapidare risposta; si!

1 commento su “After Action Review (AAR)”

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