L’esperienza di un capo. Capi-Bebè. Le risorse del personale una sfida a lungo termine. Le relazioni interne ed esterne all’azienda. Un monito alle aziende e al nostro esercito di milizia, per unire le forze.
Per le aziende durante gli anni 90 era di moda avere dei manager giovani, dinamici, pieni di idee e visioni. Io ho vissuto questo periodo. Da un direttore della vecchia generazione, con molta gavetta alle spalle, molta esperienza, mi sono ritrovato un direttore giovane, dinamico. Mi affascinava il suo metodo con visione. Ben presto però mi sono accorto del lato oscuro di questa via. Con periodicità e senza preavviso, i posti venivano cambiati, i dipendenti che fino ad ora erano rimasti fedeli all’azienda iniziavano a cercare altri impieghi. Così il movimento dei dipendenti aumentava, l’insicurezza aumentava. Per farti accettare dovevi restare in azienda più a lungo. Le tue assenze dal posto di lavoro dovevano essere al minimo. Figuriamoci assenze per istituzioni che non potavano profitto all’azienda (militare, servizi di volontariato). Sì questa era la desolante situazione degli anni novanta. Ma, anche questo direttore non è restato a lungo. Peccato che ormai i danni erano stati fatti.
Come in ogni situazione stabilità e progresso devono essere in equilibrio. Un’azienda ha bisogno sia di quadri con esperienza, sia di quadri giovani con visioni nuove, innovative. Anche l’esercito cadde in questa tendenza. Giovani promossi fino ai gradi più alti. Colonnelli con meno di 40 anni! Per un sistema di milizia come il nostro, una vera catastrofe. In breve la frustrazione di tutti, la perdita di contatti con il mondo reale ha contribuito a creare uno scompiglio sull’essenza stessa di quest’ organizzazione.
Grazie anche alla crisi economica attuale, l’ondata dei manager giovani sta conoscendo un’involuzione. Non solo. Manager si, con esperienza, con più etica e le conoscenze devono essere pertinenti con la funzione chiamata a svolgere. In questo periodo, grandi riforme dei consigli d’amministrazione, riduzione del personale sono all’ordine del giorno. Un aspetto che spero non sia dimenticato è il potenziale del personale e dei propri quadri, intermedi e alti. L’investimento su personale qualificato non è cosa da oggi per il domani, bensì un discorso a lungo termine. È si importante formare il proprio personale sul contenuto dell’azienda, ma è altresì importante promuovere le relazioni al di fuori della stessa. Queste relazioni si possono promuovere, non tenendo il personale più a lungo al lavoro, bensì lasciando loro il tempo per dedicarsi anche ad altre funzioni all’esterno dell’azienda. E qui si ritorna per i quadri alla possibilità di seguire una carriera nell’esercito. I giovani quadri militari di oggi, potranno essere così i quadri validi dell’azienda di domani. Tutti gli incontri di oggi, potranno essere di beneficio per l’azienda di domani. Nel gergo moderno si parla di una situazione Win/Win. E comunque un solo diploma, o certificato universitario in economia per esempio, non è sinonimo anche di qualità di capo. Certamente anche il contrario è da considerare. Ripeto Win/Win. Non a corto termine, bensì a medio e lungo termine. Probabilmente ci vorrà del tempo e del lavoro per giungere a questa situazione. Purtroppo molte aziende sono condotte da capi, dove la propria sedia comincia a scricchiolare.
Generazione Y
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Interessante video che spiega il comportamento o meglio l’attitudine di questa generazione. Una generazione fra il 1980-2000. Una generazione che ora è nel mondo del lavoro.
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