Il pensare positivo rovina la carriera e la salute

Fonte: 20 Minuten-Online, 09 luglio 2012, 16:35
Traduzione: Alessandro Rappazzo
Testo originale: Positives Denken schadet Karriere und Gesundheit 

Migliaia di auto-aiuto guru si concentrano sul pensiero positivo. Se pensate, con il vostro mantra, di raggiungere così l’obiettivo, potete andare incontro a spiacevoli sorprese. Per fortuna esiste un’alternativa.

Basta pensare positivo, così tutto è bene. Ci si immagina esattamente l’obiettivo professionale da raggiungere, e poco dopo il telefono squilla ottenendo un’offerta di lavoro. Oppure pensiamo intensivamente cosa sarebbe essere un milionario e improvvisamente nuotiamo nel denaro. Con questo Mantra centinaia di auto-aiuto guru hanno guadagnato una fortuna. Libri tematici. Consigli pubblicati su diverse riviste. Corsi di auto-aiuto. Quindi, pensare in positivo e la felicità è proprio dietro l’angolo?

http://www.guardian.co.uk/

No, dicono gli studiosi. Al contrario. I ricercatori hanno già da tempo avvertito che il pensiero positivo può farci male. Chi, per esempio, ha una malattia sostanzialmente mortale, dove con tutti i mezzi tenta di avere un atteggiamento positivo, può in diverse circostanze peggiorare ulteriormente. Non tutti riescono a gestire la pressione del pensiero positivo. Il “Zeit“, nel gennaio 2011, rilevava come per molti intervistati era importante poter essere depressi. Il pensiero positivo può fare male, ma non solo, il desiderio di voler aspirare a qualche cosa difficile da raggiungere, può provocare esattamente l’opposto. Il professore Inglese Richard Wisemann ha pubblicato sul “Guardian” diversi studi, dove dimostra che il pensiero positivo non è solo d’aiuto, ma può anche danneggiare. Fortunatamente vi è un’alternativa più ragionevole.

Scarse note a seguito del pensare positivo

In uno studio condotto presso l’Università della California, gli studenti più volte al giorno,  hanno dovuto immaginarsi di ricevere al prossimo esame una nota migliore. Anche se questo esercizio di pensare in positivo ha coinvolto gli studenti solo per pochi minuti al giorno, non ha prodotto gli effetti sperati. Anzi in complesso coloro che non si sono concentrati sulla nota hanno raggiunto un migliore risultato.

In un altro esperimento presso la New-York Universitiy, i laureandi dovevano scrivere quante volte avevano pensato di ricevere un lavoro da sogno. Questo pensiero non ha però aiutato gli studenti. Coloro che sognavano un futuro fatto di successo, hanno ricevuto meno offerte di lavoro di coloro che si erano fatti meno pensieri.

Non pensare postivo, bensì agire in modo positivo

Secondo Richard Wiseman, i risultati di questi studi dimostrano che coloro che fantasticano regolarmente su una fantastica vita, sono scarsamente preparati  alle battute d’arresto. Oppure sono riluttanti ad adottare misure attive e concrete, volte al perseguimento dei propri obiettivi. Per Wiseman è chiaro: la visione dell’io perfetto non è buono per la nostra vita. Naturalmente lo studioso non ci lascia senza una valida alternativa. Infatti, ci informa su consigli utili; al posto di pensare positivo bisogna agire in modo positivo. Di seguito un resoconto del suo pensiero.

Questi enunciati si riferiscono al lavoro dello psicologo William James del XIX secolo. James nel 1890 nei “the principles of psychology” studiava il rapporto tra le emozioni e i comportamenti. A causa della vita quotidiana è consuetudine pensare che i sentimenti provochino un determinato comportamento. James era convinto però che il comportamento poteva influenzare anche le emozioni.

Sollevare gli angoli della bocca ci rende felici

La teoria di James fu esaminata in dettaglio solo nel 1970. È in questo periodo che James invitò studenti volontari della Clark University nel proprio laboratorio pregandoli di adottare determinate espressioni facciali. Per ottenere un’espressione arrabbiata del viso, i partecipanti dovettero avvicinare le sopracciglia. Per un’espressione felice, bisognava sollevare gli angoli della bocca verso l’alto. Effettivamente, i partecipanti che sollevarono gli angoli della bocca verso l’alto, cioè il solo fatto del sorridere, li fece sentire felici, mentre coloro che avvicinarono le sopracciglia si sentirono arrabbiati.

La forza di volontà cresce ancora, quando si contraggono i muscoli. In uno studio della National University of Singapore, gli studenti dovevano entrare in un caffè cercando di non mangiare dolci. Un secondo gruppo, a differenza del primo, doveva però rilassarsi e pensare positivamente (non mangiare dolci). Questo semplice esercizio dimostrò come coloro che si presentarono più contratti e meno rilassati, consumarono più sano di coloro che erano più rilassati.

Con il principio che Richard Wisemann chiamò “As if”, si può migliorare la fiducia in sé stessi. Dana Carney della Columbia Business School ha condotti uno studio, dove i volontari sono stati divisi in due gruppi. Un primo gruppo doveva stare in piedi, mettere le mani in grembo e guardare il pavimento. L’altro gruppo doveva sedersi ad una scrivania, mettere i piedi sul tavolo, incrociare le mani dietro la testa e guardare in alto. La posizione di potere mostrava un livello superiore di testosterone. La posizione del corpo quindi, può anche influenzare i processi chimici del nostro corpo.

Diventare più giovane di venti anni

Secondo Wisemann, il principio “As if” potrebbe portare anche a sentirsi più giovani. La professoressa di psicologia della Harvard Ellen Langer reclutò nel 1979 un gruppo di uomini settantenni per uno studio sul loro comportamento, forza, postura, la loro luce negli occhi e la memoria. Al gruppo, in ritiro in un luogo appositamente scelto, fu chiesto di comportarsi come se fossero di 20 anni più giovani. Sul luogo, per esempio, non c’era nessuno che li aiutava a portare i bagagli dalla macchina alle camere e non c’erano appigli o oggetti per favorire gli spostamenti. Nell’edificio si trovavano oggetti degli anni cinquanta e i partecipanti dovevano intraprendere discussioni riguardanti il passato nel presente. Inoltre era vietato parlare di fatti, avvenimenti accorsi dopo il 1959.

In pochi giorni, il comportamento dei partecipanti cambiò radicalmente. Gli uomini improvvisamente si postavano più velocemente e in modo sicuro. Altri partecipanti volevano spostarsi senza più l’utilizzo delle stampelle. Ricordavano meglio e sia la pressione sanguigna, la vista e l’udito migliorarono. Così i partecipanti che si comportavano chiaramente come giovani, mostrarono segni evidenti di miglioramenti nella mente e nel corpo.

Secondo Richard Wisemann, la teoria di William James, è l’unico valido antidoto all’auto-aiuto. Grazie al metodo dell’agire positivo, gli uomini sono più  felici e meno ansiosi. Vivono più a lungo, sono più snelli e sono più sicuri di sé stessi.

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